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CULTURA EUROPEA

INTRODUZIONE

Il progresso economico - sociale e il costante miglioramento delle condizioni di vita sono gli obiettivi fondamentali dell’ Unione Europea. La cultura europea ha
quindi il compito di fornire informazioni sul Fondo Sociale Europeo che
rappresenta lo strumento finanziario dell’Unione Europea per promuovere lo sviluppo economico e sociale dei paesi membri che ne fanno parte, attraverso la prevenzione della disoccupazione e l’ integrazione sociale nel mondo del lavoro promovendo la parità fra uomini e donne. Con l’integrazione economica l’Europa ha molte più possibilità di creare posti di lavoro e realizzare una crescita sostenibile. Molti obiettivi sono stati gia raggiunti come: “l’unione doganale”, “il mercato unico europeo”, e ultimamente
l’unione economica e monetaria (UEM)”. ma sono ancora molti gli obiettivi da
raggiungere e le barriere da eliminare. L’UE ha lo scopo di operare affinché si favorisca lo sviluppo imprenditoriale e le innovazioni per far si che l’economia diventi ancora più forte e in grado di creare posti di lavoro di qualità e di proteggere il sistema di assistenza sociale. Gli interventi comunitari nell’ambito della cultura dell’istruzione hanno l’obiettivo primario di valorizzare e diffondere la conoscenza del patrimonio culturale La Comunità europea, pur mantenendo le diversità linguistiche e culturali di ogni Stato membro, si propone l’obiettivo di giungere all’unità culturale affiancando e completando l’unione economica e monetaria; essa, infatti opera: 1) nell’ambito della politica dell’istruzione incentivando la collaborazione fra gli istituti di insegnamento, promuovendo scambi di informazioni ed esperienze con programmi come “Erasmus” per favorire la mobilità degli studenti, “Tempus” per favorire la mobilità transeuropea dei docenti e “Lingua” per favorire l’apprendimento delle lingue straniere; 2) nell’ambito della politica della cultura favorendo la conoscenza e la diffusione del patrimonio culturale mediante la promozione della lettura di libri, del 3) nell’ambito delle telecomunicazioni e dell’audiovisivo. Le industrie culturali dell’UE - cinema e audiovisivo, editoria, musica e artigianato artistico- sono importanti fonti di reddito e occupazione e danno lavoro circa a 7 milioni di persone. L’Unione ha una responsabilità economica a garantire le opportune condizioni che consentono alle industrie europee di competere a livello Il FSE e il Fondo regionale spendono complessivamente fino a 500 milioni di euro all’anno in progetti a valenza culturale. La formazione e l’istruzione di qualità rappresentano il necessario contributo allo sviluppo delle culture europee e per realizzare tutto ciò è necessario intervenire, su aree ritenute importanti, con progetti e finanziamenti. Uno dei più importanti e sicuramente interessanti programmi di cultura europea è “Capitali della Cultura”. Esso mette in evidenza la grande varietà della cultura europea, senza dimenticare la fonte comune da cui scaturisce. Ogni anno, una o due città vengono nominate “ Capitali Europee della Cultura” e possono così richiedere il sostegno finanziario a titolo del programma Cultura. Le somme corrisposte sono destinate a finanziare mostre ed eventi. Il programma avrebbe dovuto concludersi nel 2004, ma avendo avuto molto successo è stato prolungato di altri 15 anni. NASCITA ED EVOLUZIONE DELL’UNIONE EUROPEA
La necessità di concepire una forma di unità europea nasceva dal fatto di
organizzare su base più ampia territori e singole potenze da un punto di vista Tutto ciò al fine di innescare un processo non solo di unificazione monetaria, ma anche e soprattutto di scambi commerciali per il riassetto e la rivisitazione di quelli che erano stati gli aspetti economici e finanziari del dopoguerra. I primi aiuti promossi alla ricostruzione dell’Europa, devastata dagli errori della seconda guerra mondiale, giunsero dall’amministrazione statunitense per mezzo del programma redatto dal segretario generale George Marshall. Il piano Marshall prevedeva un consistente afflusso di incentivi economici destinati ai Paesi dell’Europa occidentale i quali per la prima volta sentirono l’esigenza di costituirsi in una struttura di cooperazione. Nacque così il 16 aprile del 1948 l’Organizzazione europea per la cooperazione
economica (OECE) il cui compito fu quello di ripartire gli aiuti del Piano
Marshall e di procedere al controllo di tale operazione favorendo anche la formazione di aree di libero scambio e operando per la riduzione degli ostacoli tariffari e normativi alle importazioni per incrementare il commercio Successivamente, nel 1961, L’OECE fu trasformata in Organizzazione per la
cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) ed assunse la funzione di
coordinamento dell’attività economica dell’Occidente. Nel 1949, invece, gli Stati socialisti dell’Europa orientale in risposta all’OECE diedero vita ad una propria organizzazione per la cooperazione economica, Consiglio di aiuto economico reciproco (COMECON); segnando così una definitiva spaccatura in due dell’Europa sia sul piano politico ed economico. I paesi europei occidentali si organizzarono, nel 1949, anche sul piano strategico- militare, quindi, politico attraverso l’istituzione della NATO (organizzazione del
Trattato dell’Atlantico del Nord), di cui fanno parte Stati Uniti e Canada, ed il Nel 1951, nacque la CECA (Comunità europea del carbone e dell’acciaio), la quale permetteva di unire le sovranità statali in un settore limitato (carbo-siderurgico) mantenendo inalterate le altre prerogative in altri settori. Seguì nel 1957 il Trattato della Comunità economica europea (CEE) il quale scopo primario era l Unione Doganale per favorire la libertà di circolazione di merci, servizi, capitali, persone e per perseguire politiche economiche comuni. Negli anni settanta, la crisi economica causata dall’eccessivo aumento del petrolio, fece regredire l’integrazione europea fino agli anni ottanta, quando si avvertì Nel 1992 seguì il Trattato di Maastricht tra gli stati europei, che diede la possibilità di rilanciare l’idea di un mercato unico che consentisse di elidere barriere fisiche, tecniche e fiscali mediante la ricerca di una coesione economica, il miglioramento delle politiche sociali, il rafforzamento della cooperazione monetaria ed infine dell’introduzione di norme in materia di tutela dell’ambiente, ricerca scientifica e Il Trattato di Maastricht entrò in vigore il 1° novembre 1993 e fu destinato a segnare il passaggio dalla Comunità economica europea all’ Unione europea, consolidando i paesi membri dal punto di vista politico, economico e monetario. Il 2 ottobre 1997 fu firmato il Trattato di Amsterdam, che comprese i trattati dell’ UE e CEE i cui obiettivi erano realizzare: • potenziare la difesa dei consumatori; • promuovere il più alto livello occupazionale; • assicurare maggiore trasparenza dell’attività delle istituzioni comunitarie; Seguì il Trattato di Nizza, firmato il 26 febbraio 2001, che rappresentò la proclamazione dei Diritti fondamentali dei cittadini europei. Il 1° gennaio 2002 vennero introdotte le banconote e le monete in dodici dei quindici stati membri; non hanno adottato la moneta unica il Regno Unito, la Attualmente l’Unione Europea è composta da 27 Stati membri: Italia, Germania, Paesi Bassi, Danimarca, Irlanda, Regno Unito, Grecia, Spagna, Portogallo, Austria, Finlandia, e Svezia,; a questi , il 1° gennaio 2004 si unirono Cipro, Estonia, Lettonia, Lituania, Malta, Polonia, Repubblica Cieca, Repubblica Slovacca, Il 13 dicembre 2007 i leader dell’Unione europea hanno firmato il Trattato di Lisbona, il quale modifica il trattato sull’Unione europea e il trattato che istituisce la Comunità europea, attualmente in vigore, senza tuttavia sostituirli. Si prevede che in futuro 358 milioni di persone entreranno a far parte dell’Europa, appartenenti ai seguenti paesi: Russia, I Nuovi Stati Indipendenti Occidentali, Ucraina, Moldavia, Bielorussia ed il Mediterraneo Orientale, Algeria, Egitto, Israele, Giordania, Libano, Libia, Marocco, Autorità Palestinese, Siria. FONDO SOCIALE EUROPEO
Sin dal 1957, anno in cui venne firmato il Trattato di Roma, che sancì la nascita della CEE, il conseguimento di uno sviluppo armonioso, fu uno degli obiettivi del Mercato comune: esso doveva sostenere lo sviluppo degli Stati membri adoperandosi per colmare i divari esistenti tra le diverse regioni della CEE in A tal fine venne istituito il FSE (Fondo Sociale Europeo), con l’obiettivo di promuovere l’occupazione e di favorire la circolazione dei lavoratori sul territorio comunitario. Inizialmente, a causa della forte crescita economica degli anni ’50 e ’60 svolse un ruolo assai marginale e solo negli anni ’70, il FSE venne rivalutato e ritenuto lo strumento idoneo a correggere le disparità socio-economiche che si andavano ampliando tra le regioni di alcuni Stati membri. Operativo dal 1962, il Fondo Sociale Europeo è uno dei quattro fondi strutturali dell’Unione Europea finalizzati a promuovere uno sviluppo armonioso dell’insieme della comunità e una progressiva riduzione delle disparità esistenti tra i cittadini e le regioni dell’unione per prevenire e combattere la disoccupazione ed investire nelle risorse umane. Promuovendo un alto livello di occupazione e di integrazione sociale, la parità tra uomini e donne e la coesione economica e Gli obiettivi principali del FSE sono: formare una forza lavoro più competente e preparata a fronteggiare le nuove sfide del mercato e a prevenire la disoccupazione di lunga durata. Contribuendo così, alla creazione di nuovi e migliori posti di lavoro e allo sviluppo delle competenze dei lavoratori, soprattutto delle fasce deboli, e di coloro che incontrano particolari difficoltà nella ricerca di un impiego, nel mantenere il proprio posto di lavoro, o nel reinserimento nel mercato del Il FSE sostiene, inoltre, gli stati membri nel loro tentativo di introdurre e rendere operative nuove politiche attive dell’occupazione e nuovi sistemi per combattere le cause delle disoccupazione adattando il proprio intervento alle specifiche Le azioni del FSE sono rivolte in generale a tutti i cittadini dell’unione europea, ma la maggior parte degli interventi è tuttavia indirizzata a categorie specifiche di disoccupati di lunga durata o esposti a rischio di disoccupazione di lunga durata.
I disoccupati di lunga durata sono persone prive di impiego da più di un anno, oppure persone rimasti senza impiego per un periodo inferiore ma sottoposte al rischio di disoccupazione di lunga durata (persone di età matura, portatori di handicap fisico o sociale, persone prive di competenze adeguate, disoccupati senza titolo di studio o con titolo di studio inadeguato…); giovani in cerca di prima occupazione; in quest’ambito i giovani non hanno mai
esercitato un attività lavorative vera e propria. Il FSE si occupa di giovani che non hanno terminato il proprio percorso scolastico, di allievi della scuola secondaria superiore, di giovani con qualifica, di universitari e neo-laureati, di apprendisti e persone assunte con contratto di formazione e lavoro; persone svantaggiate; in questo ambito sono compresi coloro che, occupati e non,
rischiano l’emarginazione dal mercato del lavoro, (persone che soffrono di handicap fisico e sociale, emigrati, extracomunitari, disabili, tossicodipendenti ed ex-tossicodipendenti, detenuti ed ex-detenuti…); le donne; nonostante i progressi registrati nell’ultimo decennio, incontrano
tutt’oggi difficoltà nell’inserimento o nel reinserimento nel mercato del lavoro. A ciò si aggiunge la difficoltà di conciliare la vita lavorativa con l’esigenze della vita familiare, difficoltà spesso collegata alla carenza di infrastrutture. Il FSE finanzia interventi specificatamente rivolti alle donne, e in particolare a coloro in possesso di un diploma difficilmente spendibile, a quelli che vogliono inserirsi in settori in cui sono poco rappresentati o che vogliano reinserirsi nel mercato del lavoro dopo IL FSE E L’ASSEGNAZIONE DEI FONDI
Le linee di intervento su cui si snoda la sua azione si basano su una piattaforma di programmazione, risultato della collaborazione sinergica di diversi enti: i Ministeri competenti, la Commissione Europea, le Regioni e le parti sociali. Ai progetti dell’FSE possono partecipare amministrazioni pubbliche, ONG, Il FSE si basa sui principi del cofinanziamento e della gestione condivisa. Cofinanziamento significa che il sostegno economico dell’UE viene sempre fornito in concomitanza a una forma di finanziamento nazionale pubblico o privato. Il livello dei finanziamenti del FSE varia da una regione all’altra a seconda della Le regioni comunitarie sono suddivise in quattro categorie di regioni ammissibili sulla base del loro PIL regionale pro-capite raffrontato alla media dell’UE(a 25 o 15 Stati membri) e ripartite tra i due obiettivi. 1) OBIETTIVO CONVERGENZA
Include le regioni UE con un prodotto interno lordo (PIL) pro capite inferiore al 75% della media comunitaria. I paesi e le regioni ammissibili all’obiettivo di convergenza riceveranno più dell’80% dei finanziamenti UE. L’obiettivo si concretizza in primo luogo nel potenziamento delle infrastrutture In Italia: Sicilia, Calabria, Puglia e Campania rientrano tra le regioni con un Pil 2) OBIETTIVO COMPETITIVITA’ REGIONALE E OCCUPAZIONE.
Copre tutte le regioni UE non ammissibili all’obiettivo di convergenza. IL FONDO SOCIALE EUROPEO 2007/2013
L’attuale ciclo di programmazione del FSE è quello inerente al periodo 2007/2013. Nel corso di questo periodo saranno investiti circa 75 miliardi di euro in progetti di In ciascuna regione, la distribuzione reale dei fondi varierà conformemente alle IL FONDO SOCIALE EUROPEO PER LA REGIONE
La Commissione europea ha approvato il Programma operativo FSE 2007/2013 della Sicilia. L’investimento previsto è di 1,5 miliardi di euro, compreso il cofinanziamento nazionale e regionale, nell’ambito delle politiche di istruzione, formazione, lavoro e inclusione sociale. Crescono, inoltre, le opportunità di Il nuovo strumento consentirà alla Sicilia di disporre delle risorse finanziarie necessarie a interventi strutturali di rafforzamento e crescita qualitativa a vantaggio di cittadini e imprese, anche in vista dell’apertura dell’area di libero scambio del

Source: http://www.eniap.info/files/cultura%20europea.pdf

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